Il latte di mandorla ha ben poco da invidiare a quello vaccino. Rispetto a quest’ultimo ha meno proteine, più zuccheri e una quota di grassi a metà tra il latte intero e il latte parzialmente scremato.
Il contenuto proteico non elevato lo rende più simile al latte umano e, per questo, costituisce una buona integrazione nell’alimentazione del bambino dopo il primo anno d’età, soprattutto in caso di intolleranze o allergie al latte. L’aspetto nutrizionale che si correla ad un alto rischio di sovrappeso e obesità nei bambini fino ai 2 anni, infatti, è un eccessivo quantitativo proteico dell’alimentazione, che spesso si riscontra in bambini allattati con latte vaccino.
Gli zuccheri sono presenti e lo si intuisce dal sapore. Tuttavia, il contenuto di carboidrati è rappresentato anche da amidi. Questo porta a due vantaggi:
- il latte di mandorla è dolce naturalmente e non deve essere aggiunto zucchero;
- la presenza di amidi fa sì che questa bevanda non abbia un alto indice glicemico, quindi è adatto anche nell’alimentazione dei diabetici.
I grassi, a differenza di quelli saturi del latte vaccino che influiscono sulla produzione interna del colesterolo, sono per lo più insaturi (acido oleico), con effetto protettivo per il cuore.
Sempre proseguendo il paragone con il latte vaccino, quello di mandorla ha un ottimo contenuto di calcio biodisponibile, cioè immediatamente utilizzabile e di fosforo, minerali fondamentali per la calcificazione ossea, la regolazione di processi ormonali e nervosi, muscolari e di trascrizione genica.
Il latte di mandorla contiene molto magnesio, non così presente in quello vaccino. Il magnesio regola l’assorbimento di altri nutrienti come il calcio, la vitamina D, il fosforo e il potassio ed è coinvolto nei processi metabolici cellulari che favoriscono la crescita e la manutenzione dei tessuti, nonché il benessere delle cellule stesse. Inoltre, svolge un ruolo chiave nel controllo del sistema nervoso, insieme al potassio, anch’esso contenuto nel latte di mandorla.