La Sicilia è una terra ricca di tradizioni culinarie uniche e affascinanti, ognuna con la sua storia e il suo fascino particolare. Tra i simboli più rappresentativi di questa cultura gastronomica troviamo senza dubbio l’arancino o arancina, un vero e proprio emblema dello street food siciliano. Tuttavia, dietro a questo semplice e delizioso boccone si nasconde un dibattito secolare che divide l’isola in due fazioni contrapposte: Arancino o Arancina? Quale è la denominazione corretta?
Le origini arabe e la forma caratteristica
Le origini dell’arancino o arancina affondano le radici nell’epoca della dominazione araba in Sicilia, tra il IX e l’XI secolo. In quel periodo, i nobili e i notabili locali erano soliti servire sui loro tavoli un piatto a base di riso aromatizzato allo zafferano, condito con piccoli pezzi di carne di agnello. Questa pietanza veniva modellata a mano in palline tondeggianti, che ricordavano per forma e dimensioni il frutto dell’arancio, introdotto dagli stessi Arabi sull’isola. Da qui il nome “arancino o arancina“, che richiama appunto la forma di questo agrume.
La disputa linguistica: Arancino o Arancina?
Nonostante le comuni origini, la Sicilia si è divisa nel corso dei secoli tra la denominazione “arancino” (maschile) e “arancina” (femminile). Questa contrapposizione linguistica ha radici profonde e affonda le sue origini nelle differenze dialettali e culturali tra la Sicilia occidentale e quella orientale.
La visione Occidentale: l’Arancina
Nella parte occidentale dell’isola, in particolare a Palermo e nelle province limitrofe, il termine utilizzato è senza dubbio “arancina“. Questa scelta è motivata dal fatto che, in italiano standard, il nome del frutto “arancia” è di genere femminile. Di conseguenza, il diminutivo “arancina” risulta essere la forma grammaticalmente corretta.
La visione Orientale: l’Arancino
Invece, nella Sicilia orientale, in particolare a Catania, la denominazione prevalente è “arancino“. Questa preferenza è legata al fatto che, nel dialetto siciliano, il nome del frutto “arancio” è di genere maschile (“arànciu”). Di conseguenza, il diminutivo in questo caso diventa “arancino”. Questa scelta è avvalorata anche dal fatto che i primi documenti storici che menzionano il piatto, come il Dizionario Siciliano-Italiano di Giuseppe Biundi del 1857, utilizzano proprio la forma maschile.
Il tentativo di mediazione dell’Accademia della Crusca
Di fronte a questa accesa disputa, l’Accademia della Crusca, massima istituzione linguistica italiana, è intervenuta nel 2016 per cercare di trovare una soluzione di compromesso. Dopo accurate ricerche, gli esperti dell’Accademia hanno concluso che entrambe le denominazioni sono corrette e accettabili. Da un lato, “arancina” è valido in quanto derivato dal termine italiano standard “arancia”, di genere femminile. Dall’altro, “arancino” è altrettanto legittimo, essendo legato alla variante dialettale siciliana.
Nonostante il tentativo di mediazione dell’Accademia della Crusca, la disputa tra Palermo e Catania, le due principali città siciliane, continua ancora oggi senza sosta. Entrambe le fazioni rivendicano con orgoglio la propria denominazione, considerandola l’unica autentica e legittima.
La controversia linguistica sull’arancino/a non si è limitata al solo piano teorico, ma ha avuto anche ripercussioni concrete nell’ambito commerciale. Un esempio emblematico è il caso del bar “Savia” di Catania, attivo dal 1897 e noto per i suoi deliziosi arancini. Per decenni, il locale aveva scelto di utilizzare il termine “arancina”, ritenendolo più fedele all’origine del piatto. Tuttavia, dopo la pubblicazione dell’articolo dell’Accademia della Crusca, i clienti hanno iniziato a protestare, costringendo il proprietario a cambiare l’etichetta in “arancinu“.
Le varianti contemporanee dell’arancino o arancina
Nonostante il perdurare della disputa linguistica, l’arancino o arancina rimane uno dei simboli culinari più amati e riconoscibili della Sicilia. Nel corso del tempo, questa specialità gastronomica ha subito numerose evoluzioni e interpretazioni, dando vita a una vasta gamma di varianti.
Ripieno classico: ragù e besciamella
Il ripieno tradizionale dell’arancino o arancina è senza dubbio il ragù di carne e piselli, oppure la versione con burro, prosciutto cotto e besciamella. Queste due varianti rappresentano i classici intramontabili.
Nuove tendenze: salmone, pistacchi e altro
Tuttavia, negli ultimi anni, sono state sperimentate numerose altre opzioni di farcitura, come salmone, pistacchi, funghi, ‘nduja e persino versioni dolci ripiene di cioccolato o ricotta. Queste innovative interpretazioni testimoniano la continua evoluzione e la creatività che caratterizza la cucina siciliana.
La Festa di Santa Lucia a Palermo e Siracusa
L’arancino o arancina è profondamente radicato nella cultura e nelle tradizioni della Sicilia. In alcune zone dell’isola, come Palermo e Siracusa, il 13 dicembre, in occasione della Festa di Santa Lucia, l’arancino o arancina diventa protagonista indiscusso delle celebrazioni. Secondo la leggenda, Santa Lucia avrebbe miracolosamente salvato la Sicilia da due terribili carestie, portando per mare carichi di grano. Per questo motivo, il 13 dicembre i siciliani evitano di consumare cibi a base di grano, come pane e pasta, sostituendoli con il riso. L’arancino o arancina, ripieno di ragù o burro, diventa quindi il piatto simbolo di questa ricorrenza.
Dove assaggiare i migliori arancino o arancina in Sicilia
Che si tratti di “arancini” o “arancine”, la Sicilia offre innumerevoli possibilità per assaporare questa delizia gastronomica. Ecco alcuni dei luoghi più celebri per gustarli:
Catania
A Catania, non puoi perdere l’occasione di assaggiare gli arancini da Savia, storico locale di Via Etnea o da Spinella, situato nelle immediate vicinanze. Un’altra tappa imperdibile è Uzeta Bistrò, in Via Penninello 7, mentre per un’esperienza più rustica non puoi non provare quelli dell’Antica Friggitoria Stella, in Via Monsignor Ventimiglia 66.
Palermo
A Palermo, il punto di riferimento per gli amanti delle arancine è senza dubbio Oscar, una storica pasticceria aperta dal 1965. Un’altra opzione da non perdere è Bar Touring, in Via Lincoln 15, che serve porzioni extra-large ripiene di burro, carne, salmone, salsiccia, funghi e persino cioccolato. Infine, non puoi lasciare Palermo senza aver assaggiato le arancine di Scatassa, in Via Ammiraglio Rizzo 65, noti anche per il loro delizioso “calzone fritto“.
Arancino o Arancina? In breve
Che si chiamino arancini o arancine, poco importa: l’essenza di questo street food siciliano rimane la stessa, ovvero un delizioso boccone di riso dorato e croccante, ripieno di ingredienti sfiziosi. La disputa linguistica che divide la Sicilia in due fazioni non intacca minimamente la bontà e la popolarità di questa specialità, amata e celebrata in tutto il mondo. Quindi, non lasciatevi coinvolgere nella querelle e godetevi semplicemente il gusto unico dell’arancino o arancina, qualunque sia il nome che gli attribuirete.